MUST HAVE/MAN

Voglia di tornare in ufficio pari a zero? Per alleggerirvi dall'idea, distraetevi cercando di cambiare look. Puntate sugli accessori e ricordate che l'importante è sempre e comunque sentirvi a vostro agio. E tornare a lavoro non sarà mai stato così piacevole!









L'estate (e l'afa cittadina) porta con sé la voglia di liberarsi da capi troppo ingombranti. I pantaloni lasciano così spazio ai bermuda che nel tempo si sono ricavati il loro spazio nel guardaroba maschile.  Ma ATTENZIONE: non c'è cosa peggiore che vedere in città un uomo vestito con shorts e infradito. Esistono delle regole che vanno rispettate. Segnatevi qualche consiglio!
ERRORI DA EVITARE:
- Gli shorts in tessuto tecnico o lucido.
- La misura a metà polpaccio che indebolisce le proporzioni.
- I modelli aderenti, quelli in cui si intravede l'intimo (risparmiatecelo!)

ORRORI IMPERDONABILI:
- I modelli a "pinocchietto" ovvero con l'elastico o coulisse sotto il ginocchio. (Nemmeno a Carnevale)
- Indossarli con infradito e canotta. (Manca solo il calzino bianco e lo schifo è completo)
- Indossarli in occasioni formali. (Vi mandano via!)









Quest'anno i saldi dovrebbero iniziare in anticipo, è una buona occasione per rifare il guardaroba, sbarazzandosi del vecchio per fare spazio al nuovo: guardate cosa abbiamo selezionato per voi!

A tesa stretta o larghissima a seconda del vostro umore. Il primo per l'uomo classico, il secondo per chi ha voglia di osare. E' l'accessorio dell'estate riportato in passerella da Milano a Parigi.


Impossibile non averlo nel proprio guardaroba. Sceglietelo a doppiopetto, monopetto, con revers a lancia più o meno ampi e portatelo con jeans, pantalone bianco, al mare, in città. Sempre. il blazer blu è la giacca passepartout.


Le trame leggere sono le protagoniste assolute del guardaroba dell'esate. Tra tutte quella da prediligere è il lino. Declinato per una giacca, un pantalone, per l'abito formale da portare anche in ufficio.










Sul dizionario alla voce 'bretelle' si legge più o meno la seguente definizione: strisce di tessuto o di elastico che, passando sopra le spalle, si allacciano al pantalone per sostenerlo. Basterebbe così? No!
Nate nel '700 e diffuse durante la Rivoluzione Francese, il loro plus è quello di conferire un aplomb unico al pantalone ampio e con pinces che di solito si accompagna loro. Estetismi a parte, si indossano bretelle con abiti formali o semiformali proprio per permettere al pantalone di cadare nel migliore dei modi possibili, mettendone in risalto anche la piega.
E' vero che oggigiorno sono rare le occasioni in cui ci si infila in abiti a tre pezzi con tanto di panciotto e che nell'immaginario comune le bretelle sembrano un accessorio del guardaroba del nonno, ma è bene tenere presente che in verità è la cintura a non far parte del guardaroba del vero gentleman. E la praticità non conta nulla, se ci si pensa: la cintura taglia in due il corpo, crea terribili rigonfiamenti, costringe l'addome di chi la indossa. Con le bretelle invece il pantalone non deve aderire troppo e il loro unico punto di contatto con il corpo è dietro le spalle, dove si forma quella famosa "Y".
Qualcosa però sta cambiando. Le bretelle stanno via via riconquistando terreno anche tra i giovani!
COME SCEGLIERLE:
Quelle più raffinate sono in seta, hanno rifiniture in cuoio e vanno allacciate al pantalone tramite bottoni, sono regolabili con passanti di metallo. Meno belle esteticamente ma sicuramente più facili da trovare e da portare, sono quelle elastiche che si agganciano ai calzoni con pinzette metalliche a scatto. Nessun limite particolare nella scelta del colore e fantasia, vige sempre il buon senso. Andrete sul sicuro con un paio di bretelle blu portate anche su un paio di jeans, e sopra una camicia bianca con collo button down. Un consiglio per chi ha le spalle cadenti? Indossatele portando più in alto possibile la forcella posteriore a Y, il risultato finale è assicurato!















C'è chi ne ha fatto un marchio di fabbrica (Marina Yachting), chi non manca mai di ispirarsi per la collezione estiva (Paul Smith), chi da sempre è a fianco di grandi team impegnati nelle più importanti competizioni veliche internazionali (North Sails). Per tutti, tuttavia, lo stile marinaro, nautico, quello con le righe bianco e blu, quello che strizza l'occhio al rosso, al mocassino in camoscio, quello che fa subito pensare al mare è un mood, una filosofia di vita.
Sporty fa rima con regate, con lo stile da banchina. Formal con tutte quelle regole di bon ton che ogni yacht club e dunque ogni yachtman deve conoscere per presentarsi alla riunione ufficiale, in terrazza, alla cena sociale. Banditi i pantaloni corti dopo le 7di sera, per esempio, è d'obbligo l'uso della cravatta per sedersi al tavolo, d'estate un pantalone chiaro, d'inverno un pantalone scuro, da Montecarlo alla Costa Smeralda ogni circolo ha il suo dress code d'ordinanza. Tuttavia, se non avete la fortuna di essere soci dei Canottieri Sebetia la vita può anche semplificarsi. Almeno sotto certi aspetti! Potreste sentirvi più liberi di giocare e osare con righe e pantaloni rossi, con un doppio petto blu da portare con un
cache col anzichè con la classica cravatta, di mettere un bermuda con una camicia, che fa subito JFKennedy. Copiate!!















Tessuti impalpabili, trame leggere, accessori comodi e funzionali. Qualche must have da infilare in valigia per un weekend dell'ultimo momento!!









Agli inizi del '900 lo hanno portato annodato al collo attori del calibro di Clark Gable, Errol Flynn, Gary Cooper. Prima ancora ufficiali di corte, personaggi politici alla Robespierre, scrittori celebri e musicisti alla Beethoven. Per oltre 30anni quasi dimenticato, il cache-col, per definizione piccola sciarpa da avvolgere morbida intorno al collo e annodare davanti, è tornato di gran moda negli anni '70, complice il grande schermo e pellicole quali Il Padrino, The Persuaders e attori come Michael Caine e Roger Moore. Da non confondere con il termine inglese ascot, che invece fa riferimento a una lunga cravatta da portare in accoppiata con il tight, al cache-col è riconosciuto il merito di conferire un'aria molto disinvolta ad un abbigliamento formale, e un'aria più composta ad un completo sportivo. E' sempre di seta e può avere disegni di cachemire, i pois ed altre fantasie molto minute, mai le righe, rarissimamente il fondo unico. Fino a qualche stagione fa lo sfoggiavano solo signori eleganti e aristocratici. Di sicuro però anche il cache-col si appresta a vivere un revival e questa volta complice del suo ripristino è la signora della moda italiana, Miuccia Prada che non solo lo ha portato in passerella, ma lo ha dolcemente annodato al giovane attore protagonista della sua campagna, Michael Pitt. C'è da scommettersi che il capo ritornerà ben presto nel guardaroba maschile e anche di quello dei più giovani che oggi non ne conoscono l'uso.Qualche consiglio? Provate ad abbinarlo con una camicia a quadri, un paio di jeans e un pull a V, sostituitelo alla classica cravatta, optate con le fantasie che non sono prescritte dal manuale d'uso. Portatelo con camicia slacciata, e lasciatelo libero se il nodo vi crea problemi di esecuzione, insomma personalizzatelo e inseritelo nel vostro guardaroba!!










Nel '700 era il capo che distingueva l'artistocrazia dalla borghesia: molto più lungo rispetto a quello che conosciamo noi oggi, aveva all'occorrenza delle maniche per difendere il gentiluomo dal freddo invernale dei grandi palazzi. Per avvicinarsi al modello di foggia più contemporanea bisogna aspettare l'800 quando il GILET si accorcia fin sotto la vita e la sua forma modella il torace maschile, le falde si riducono fino a sparire, il colletto diventa una fascia rigida (in quel periodo il frac prevedeva un gilet con scollatura a V o a U, chiuso da 3bottoni a mono o doppio petto, ed era bianco). Nel '900 rimane parte dell'abito formale, per poi vivere di vita propria: durante gli anni'20 è il cavallo di battaglia del vestito dei Futuristi, per i quali era d'obbligo introdurre il colore nell'abito maschile (tra i più celebri quelli portati da Depero e Marinetti con stoffe variopinte con arabeschi e motivi naturalistici); negli anni'50 è la volta dei Teddy boys, la subcultura giovanile nata in Inghilterra che si prefiggeva di imitare lo stile in voga durante l'epoca edoardiana (il loro gilet era in broccato e veniva indossato sopra un paio di jeans). Negli anni'70 il capo diventa simbolo dei creativi controcorrente: indossato sul palco da artisti come David Bowie e, più recentemente, da attori come Johnny Deep, il gilet è diventato un capo per tutte le occasioni, da quelle più formali a quelle casual! Ispiratevi e andate a fare shopping!








C'è quello dal colore acceso, quello classico nella tipica tinta crema, quello blu dal taglio sartoriale, quello di foggia sportiva che si ferma a metà coscia. Mille e più varianti di un classico del guardaroba maschile, il trench, che non perde mai fascino! Allacciatura doppiopetto, maniche a raglan e cintura in vita (del classico modello del passato utilizzato dai soldati britannici durante la 1°guerra mondiale per ripararsi dalle intemperie) rimangono le linee guida, con nuove interpretazioni. La sua lunghezza, per esempio, non arriva più sotto il ginocchio, il suo interno ha perso la fodera estraibile (un tempo utilizzata nelle trincee), il suo tipico color kaki ha lasciato spazio a nuovi sprazzi di colore. Per praticità e funzionalità è diventato un capo di uso comune negli anni20 fino a quando negli anni40 il cinema lo consacra ufficialmente come capo di moda. Immancabile in ogni film noir, il capo androgino ha esaltato indistintamente il fascino di uomini e donne, da Greta Garbo a Humphrey Bogart. Un oltraggio non averne almeno uno!










Al pari dell'abito formale indossato dal banchiere, i geek come Mark Zuckerberg scelgono di indossare la camicia tartan...d'ordinanza! Button down, di foggia sportiva, con maniche arrotolate, con sotto una t-shirt, poco importa: quello che conta è il messaggio di appartenenza a una determinata cultura che quella fantasia, tanto cara agli scozzesi, è diventata anche per loro. Prendete spunto e non sbaglierete!












Con le temperature in rapido aumento ritorna uno dei grandi classici: la T-shirt! Comoda, fresca e ogni anno con grafiche diverse...i marchi di moda si sbizzarriscono per crearne sempre di nuove!
Così c'è chi pesca nell'immaginario cinematografico e chi nell'era dell'happy hour. Intramontabili, poi, quelle colorate con logo stampato effetto vintage!
La regola è sempre la stessa e il buon gusto resta la carta vincente: abbinare correttamente la T-shirt significa evitare gli accessori, come la cravatta o le collanine. La approviamo con qualsiasi pantalone, short e addirittura costume (rigorosamente boxer).
Evitate gli eccessi: se la T-shirt è stampata, il pantalone dev'essere sobriamente monocolore, preferibilmente neutro. Ai piedi va bene tutto, sandalo o sneaker, bandito però il mocassino, non fa né disinvolto, né ironico (va bene solo se si indossa la camicia, con la T-shirt non ci piace affatto).
Tenete a mente tutto questo e buon shopping!!








Per quanto nascosta dai pantaloni, la calza è un accessorio importante: se sbagliate nell’abbinarla al resto, può anche rovinarvi il look. Noi vogliamo aiutarvi con dei piccoli ma utilissimi consigli!
Prima regola: la calza da uomo deve sempre essere lunga fino al ginocchio (uniche eccezioni ammesse sono per gli abbinamenti sportivi e balneari).
Seconda regola: una calza con un filato sottile è maggiormente indicata per un abbigliamento formale, mentre se il filato è più spesso, è indicata per un outfit più casual.
Quanto al colore, è ormai ampiamente superato il principio che la calza debba essere assolutamente scura quanto la scarpa. Indubbiamente sta bene, ma ci piace l'uomo che azzarda una scelta più fantasiosa: viola, verdi, ocra o multicolori in alternativa alle care ma anche scontate calze nere, blu o bordeaux! E ora i consigli di stile:
Se indossate un abito blu: abbinate la calza (ad esempio viola, e non necessariamente in tinta unita) alla cravatta o al papillon in tinta (poi camicia azzurra, cintura e scarpe nere).
Se indossate un abito grigio: abbinate la calza (ad esempio verde e marrone) in modo tale da richiamare i colori della pochette (poi camicia blu, scarpe e cintura marrone).

Se avete un look casual: con maglioncino, camicia e un paio di jeans vi consigliamo un paio di calze a rombi o con fantasie anche coloratissime, ma sempre in tinta con il colore del maglione o della camicia.
Questo è tutto, buon divertimento!!!










Per alcuni strumenti indispensabili, per altri meri accessori, tuttavia fondamentali dettagli di stile: ecco gli occhiali da sole più interessanti che abbiamo scelto per voi per la prossima primavera/estate!!!

















È l'emblema dello stile che va oltre le mode, archetipo di eleganza, per il suo colore nitido e puro, le sue linee nette, la compostezza del colletto chiuso ad accogliere o meno la cravatta, la camicia bianca sta al guardaroba maschile come il tubino nero sta a quello femminile! Impossibile non averne una...diciamo anche più di una! 











Da non confondere con il lupetto, che si caratterizza per la parte alta che termina a metà del collo di chi lo indossa, il dolcevita ha il collo risvoltato, è aderente al corpo e può essere indossato in una grande varietà d'abbinamenti!





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